Lo chef è morto a New York, dove viveva da tempo, all’età di 75 anni: secondo i media Usa, la sua amatriciana è la migliore del Paese.
Da anni, ormai, lo chef aveva lasciato la sua amata Umbria per trasferirsi a New York. E’ proprio nella Grande Mela, dove era riuscito ad aprire alcuni ristoranti, che è morto, circondato dall’affetto della sua famiglia. Secondo il NY Times, la sua amatriciana è la migliore del Paese.
Dramma in cucina: lo chef è morto a New York
E’ morto a New York, città che anni fa lo ha accolto e stimolato, lo chef Sandro Fioriti. Nato a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, viveva da tempo nella Grande Mela, dove ha aperto il suo Sandro’s, ristorante diventato un punto di riferimento per gli amanti della cucina italiana.
Lo chef si è innamorato della cucina a soli sette anni e, sfidando il padre che sognava per lui la carriera da carabiniere, ha fatto di tutto per affermarsi ai fornelli. Dopo la gavetta al Ristorante Cacciani di Frascati e l’esperienza come sous chef con Franco Carbonari, Sandro ha aperto il suo primo ristorante, D’Artagnan a Colonna, sui Castelli Romani. E’ qui che si è fatto le ossa, sperimentando piatti innovativi e ospitando volti famosi come Adriano Celentano e il suo clan.
Negli anni Ottanta, grazie all’incontro con il ristoratore Tony May, si è trasferito a New York e, nel 1985, ha aperto il suo primo Sandro’s. Con le sue ricette tipiche umbre e romane, in poco tempo è riuscito a conquistare i palati degli americani. Secondo il New York Times, i suoi spaghetti all’Amatriciana sono i migliori d’Oltreoceano.
Addio a Sandro Fioriti, re dell’Amatriciana made in Usa
Lo chef lascia la moglie Anna e due figli, Sandro jr che gestisce i ristoranti Sandro’s di New York e Eleonora che lavora da Cacciani, rinomata trattoria dei Colli Romani. I locali aperti da Fioriti continueranno a essere un punto di riferimento per gli amanti della cucina italiana Oltreoceano. Ricordiamo che Sandro ha cucinato per personaggi di fama internazionale, come: Anthony Quinn, Oriana Fallaci, Isabella Rossellini e la famiglia Clinton.
“Quello che porto in tavola è una cucina autentica, legata ai sapori della mia infanzia in Umbria e nel Lazio. Non c’è bisogno di inventare: basta rispettare gli ingredienti e la loro storia“, diceva spesso Fioriti.